Chi è l’hacker che ha sbloccato l’iPhone del killer?

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La domanda ha smesso di essere sui giornali, ma non per questo diventa meno interessante. Nell’ambito della controversia fra FBI e Apple per ottenere i dati personali del terrorista, dati che erano contenuti appunto sul suo iPhone, l’FBI (stante la mancanza di collaborazione da parte di Apple) aveva deciso di fare da sola. Ma come? Si era parlato di una società israeliana che era riuscita a trovare un bug e ad entrare nel sistema, ma probabilmente a scoprire la falla della sicurezza era stato uno (o più) Hacker che, come tali, hanno anche ricevuto una ricompensa.

Fonti vicine al caso hanno riferito che sarebbe stato un hacker a scoprire la falla nel sistema di sicurezza dell’iPhone, e che sulla base di questa scoperta è stato possibile creare un software che ha fatto leva sul bug per poter definitivamente entrare all’interno dello smartphone. Infatti, senza questo sistema, sarebbe stato pressoché impossibile riuscire ad entrare all’interno dell’iPhone indovinando il codice di quattro cifre che ne costituisce la password.

Ma la parte più difficile della situazione non era trovare il PIN, bensì disattivare la funzione che, nel caso di dieci tentativi falliti di ingresso, cancella i dati disponibili sul telefono. Adesso è l’FBI ad avere il coltello dalla parte del manico e a dover decidere se rivelare o meno alla Apple le sue falle.