Fatture false, la prova può avvenire anche con presunzioni semplici

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Fatture false

La sentenza n. 2935 del 13 febbraio 2015 da parte della Corte di Cassazione rappresenta un utile spunto per tornare sul tema delle fatture false, che ora possono essere provate anche attraverso presunzioni semplici.

Meno sinteticamente, con la pronuncia di cui sopra la Corte di Cassazione ha sostanzialmente accolto il ricorso da parte dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando quindi il verdetto precedentemente emesso dalla Commissione tributaria regionale del Lazio, e chiarendo che i ricavi “in nero” possono essere dimostrati mediante annotazioni in schede contabili.

Per quanto attiene l’aspetto delle fatture false, i giudici hanno infatti ricordato che la prova del diritto alla deduzione di costi è a carico del contribuente, e sia con riferimento al criterio che chi afferma un fatto costitutivo di diritto lo deve provare, sia con riferimento al criterio della vicinzna della prova. È peraltro possibile – ricordava il quotidiano Italia Oggi lo scorso 14 febbraio 2015 – che “il contribuente sia in grado di assolvere l’oere dimostrativo di che trattasi mediante la produzione di fatture, ma per contro è altrettanto possibile che l’Amministrazione possa fornrie prova dell’inattendibilità delle stesse anche mediante praesumpio hominis”.

In tale direzione, prosegue il contenuto della pronucnia, il giudice di merito dovrebbe prendere in considerazione il complessivo quadro probatorio al fine di verificare l’esistenza o meno di operazioni fatturate e dedotte. In tale ipotesi, la Ctr Lazio avrebbe violato la legge quando ha ritenuto di non poter considerare i fatti secondari indicati dall’Agenzia delle Entrate al fine di ricavare per presunzione semplice l’inesistenza delle operazioni in discorso.

La Ctr ha dunque sbagliato a ritenere che l’onere della prova dell’inesistenza delle operazioni – se suffragate dalle fatture – non doveva intendersi a carico dell’amministrazione finanziaria, e ha sbagliato altresì a ritenere di non poter pretendere di averlo assolto mediante l’allegazione di semplici indizi.